Civita è un comune Arbëreshë di circa 1000 abitanti e fa parte dei borghi più belli d’Italia, si trova nel cuore del Parco Nazionale del Pollino e della Riserva Naturale delle Gole del Raganello.
È un piccolo paese di montagna, immerso nella natura rigogliosa e aspra.
Ho scoperto questo posto solo pochi anni fa, quando con alcuni amici organizzammo un’escursione nelle gole del raganello, e solo allora ho potuto ammirare con i miei occhi l’antico fascino del posto, tra enormi rocce che circondano il borgo e le bellissime case Kodra!
Qualche anno dopo sono ritornato, ma questa volta per visitare con calma il borgo, ancora più curioso di prima e pronto a scoprire di più su questo posto!
Un suggestivo paesinotutto da scoprire!
Attraversando gli scorci del paese si possono trovare alcune case davvero bizzarre. Si tratta delle case Kodra che prendono il nome dell’artista albanese Ibrahim Kodra e hanno le sembianze di volti umani, il quale visitando Civita le ritrasse riconoscendo in esse elementi della sua pittura.
Le case sono 7 e sono sparse nel borgo di Civita quindi non è facile trovarle tutte, se non avete un buon occhio alcune potrebbero essere proprio d’avanti a voi ma senza nemmeno accorgervene!
Le case del centro storico di Civita invece, sono costruite tutte in pietra e alcune fonti storiche attestano che le stesse costruite dai primi albanesi erano di paglia e venivano bruciate in primavera per non pagare il focatico, in seguito essendo stato loro proibito di edificare in muratura, usavano intrecciare rami secchi e impastarli con l’argilla all’uso macedone, queste erano chiamate “Kallazine”, solo in un secondo momento furono edificate le prime case in pietra.
Gli stretti vicoli del centro storico (anche dette “rughe”) si muovono in senso circolare verso le piazze, gjitonie in albanese (parola di origine greca che si può tradurre con ‘quartiere’), che collegano i diversi nuclei urbani.
I vecchi quartieri, con le loro case basse, le crepe nei muri e gli anziani seduti davanti alle loro case, danno un’immagine dei tempi passati.
Altri dettagli particolari invece sono I comignoli di Civita (sono dei camini con una forma particolare, fateci caso) divenuti famosi nel corso del tempo tanto da assumere il ruolo di vera e propria attrazione turistica, oltre alla loro funzione principale servivano a distinguere il rango familiare o il mestiere degli abitanti della casa.
Altra attrazione da non perdere è la fedele riproduzione del Castello di Kruja che in Albania, fu costruita nel 2000. Oggi è centro convegni con una meravigliosa vista sul Raganello. Al suo interno si può visitare la pinacoteca che accoglie quadri rappresentanti Civita e l’etnia Arbëreshe.
Il suggestivoponte del diavolo
Il Ponte del Diavolo rappresenta una delle principali attrazioni del Parco Nazionale del Pollino. Situato nel Comune di Civita collega le due pareti del canyon scavato dal fiume Raganello.
É possibile raggiungere il ponte sia a piedi (ma al ritorno vi aspetta una bella salita di circa 20 minuti!) oppure in alternativa è possibile farsi accompagnare con una navetta che vi lascerà proprio a due passi dal ponte (costa qualcosa ma non ricordo il prezzo).
Il mio consiglio è quello di percorrere il canyon a piedi attraverso un ampio sentiero lastricato e vi assicuro che la passeggiata risulta magnifica, sostenuta dal desidero di arrivare al ponte del diavolo, ammirare le piccole cascate e attraversare l’arcata per osservare il paesaggio dall’altra sponda.
Il nome Ponte del Diavolo è legato ad una leggenda secondo la quale i civitesi, dopo aver tentato inutilmente di costruire un ponte tra le gole del Raganello, strinsero un patto con il diavolo in cambio della prima anima che avesse attraversato il viadotto. Ma i cittadini, una volta edificato il ponte, lo fecero attraversare da un cagnolino. Il diavolo furioso tirò un calcio alla costruzione tanto da lasciare i segni, secondo la leggenda, sul ponte originario.
Le gole del raganelloe il canyoning
Le Gole del Raganello regalano uno scenario tra i più belli, dov’è possibile praticare canyoning e torrentismo.
Hanno inizio a quota 750 mt., nei pressi della sorgente Lamia e terminano dopo aver percorso 13 km nelle vicinanze del Ponte del Diavolo.
Esse rappresentano di sicuro una delle emergenze ambientali più degne di essere visitate, si sviluppano tra montagne che sembrano mettere in atto giochi di equilibrio tra colori immutabili o varianti secondo la tavolozza che madre natura mantiene integra in questo angolo di Calabria.
L’ambiente offre uno scenario bellissimo, specie nella parte bassa dove si osserva sia l’azione corrosiva delle acque, che ha inciso stupendi capolavori nella pietra, sia l’azione erosiva che ha creato strapiombi e verticalità.
Numerosi sono gli ostacoli da superare, macigni di pietra scivolosi incastrati fra le acque gelide cascatelle e piccoli laghetti, piccole pareti da scavalcare e passaggi più larghi si alternano strettoie quasi buie, rischiarate da una sottile lama di luce, che penetra dall’alto, mentre di tanto in tanto grossi massi incastrati e tronchi d’albero movimentano lo scenario, creando degli scorci di orrida bellezza ed è per questo che tantissimi temerari ogni estate si danno appuntamento per un’escursione lungo il corso del Raganello verso le viscere della terra.
Le Gole anche se poco accessibili, sono state sempre frequentate dagli uomini anche quelli poco onesti (banditi, ladri, briganti, malfattori) che soprattutto nel secolo scorso ne hanno fatto la loro dimora prediletta. A testimonianza di ciò alcuni toponimi che sono ancora in uso (grotta dei Briganti, grotta di Marsilia) e numerose sono le leggende che vengono ancora oggi narrate dagli anziani del luogo.
Inoltre è possibile prenotare escursioni con un gruppo di esperti che vi guiderà attraverso le gole.
A seguito dell’incidente del 2018, l’accessibilità alle Gole del Raganello è soggetta a restrizioni che possono cambiare nel tempo. Per avere informazioni aggiornate prima di organizzare la vostra escursione vi consiglio di chiamare gli uffici del Parco del Pollino.